Donne (IN)sostenibili: il programma

Ma quindi di cosa parleremo il 22 novembre a Palazzo Orti Manara? Di sostenibilità, certo, questo ormai l’han capito anche i muri ma… Volete conoscere le speaker, vero? 😉  E allora eccole qui!

Dora Biondani è un animo curioso con una grande passione per lo studio. Dopo il master in aerodinamica al Politecnico di Milano, inizia la sua carriera in Italia sviluppando il design di una micro turbina eolica. La volontà di imparare nuove cose la spinge a prendere un secondo master in cooperazione internazionale e da quel momento inizia a viaggiare implementando vari progetti in diversi paesi. Da 4 anni è di base in Giordania, dove gestisce progetti finanziati dall’Unione Europea che hanno come filo di connessione sempre la sostenibilità. Il suo interesse sull’argomento la porta di nuovo sui libri, tanto che ora sta ultimando un Master in Business Administration con focus proprio su energia e sostenibilità alla Cumbria University. Una carriera, la sua, tutta costruita sul tema della sostenibilità e su cosa questa parola realmente significa. Sarà Dora ad introdurci il tema della serata e con lei impareremo a capire quando questo termine viene usato o meno in maniera appropriata.

Federica Lavarini è giornalista scientifica, lavoratrice a tempo pieno e mamma. Dopo aver conseguito la laurea in lettere moderne, ha frequentato il master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA). Giornalista pubblicista freelance, scrive o ha scritto per OggiScienza.it, Wired, La Lettura, Micron, Artribune, Repubblica.it, Scienza in Rete. L’attività giornalistica si va ad affiancare a quella di gestione della segreteria di direzione scientifica in una onlus che si occupa di ricerca su una malattia genetica rara molto diffusa. A Federica abbiamo chiesto di raccontarci come riesca a “sostenere” quotidianamente tanti ruoli in contemporanea, ma anche di darci la sua visione di come si possa raccontare la sostenibilità – e più in generale gli argomenti scientifici – in un periodo storico in cui c’è un’enorme possibilità di reperire informazioni online, che però vanno filtrate e analizzate. A lei chiederemo inoltre di raccontare la sfida di rendere interessanti e comprensibili al grande pubblico temi complessi, che necessitano tanto studio e tanta passione per essere diffusi. 

Ilaria Segala è ingegnere edile libero professionista, nata e residente a Verona. Si occupa da 15 anni di progettazione edilizia e urbanistica e da circa due anni ricopre il ruolo di assessore nel Comune di Verona con le deleghe a urbanistica, ambiente, edilizia e barriere architettoniche. Mamma di due bimbe, e convinta ciclista urbana, il 22 novembre ci spiegherà cosa sono e come si costruiscano le città sostenibili, a partire da quanto personalmente lei stessa ha potuto attuare in questi anni a Verona. 

Maria Antonietta Bergamasco, invece, è veronese di adozione, e si sente costantemente divisa tra un lavoro sociale – che è politico e punta a un cambiamento possibile del sistema di welfare a Verona – e un vagare alla ricerca di “incontri lenti” con chi si dedica all’innovazione in questo settore. Ha fondato l’associazione D-HUB per la presa in carico integrata di donne in difficoltà, a partire dal lavoro artigianale, recuperando materiale di scarto e quindi sostenibile dalla materia prima all’output finale. Convinta da sempre che se il lavoro sociale non si racconta non può essere veramente tale, passa buona parte del suo tempo a narrare e creare connessioni: lo farà anche il 22 novembre grazie all’evento “Donne (IN)sostenibili”. 

Caterina Pauletti oggi ha 23 anni e a soli 19 si è avvicinata al mondo della “slow fashion” e dello “zero waste”: da allora ne ha fatto il proprio stile di vita e il proprio lavoro. A 21 anni ha lasciato il suo impiego milanese, con un contratto a tempo indeterminato, e ho aperto a Padova – con il supporto del marito – Friendlyshop, il primo negozio fisico e online in Italia specializzato in prodotti zero waste e plastic free (esclusi alimentari), con un’attenzione particolare verso brand che producono in modo etico. Con Caterina “sostenibilità” non sarà più solo un tema, ma la concretizzazione di un impegno calato nei nostri usi e consumi quotidiani. 

Speriamo che queste descrizioni vi abbiano elettrizzato e incuriosito quanto hanno fatto con noi: non vediamo l’ora di presentarvi queste cinque grandi donne, ascoltarle e porre loro nuove domande. A presto, donne (IN)sostenibili!